Dopo 6 mesi h24 con i bambini, anche questo finale di vacanze 2020 è, diciamo così, “diverso”. Eppure all’inizio i buoni propositi c’erano tutti. Persino utilizzare i fantastici completini coordinati e alla moda che avevi comprato su internet durante il lockdown con l’obiettivo di farglieli indossare durante l’estate.
Ma qualcosa è andato storto…
Ieri mentre riempivo la borsa del mare, come faccio tutte le mattine, distrattamente ho guardato Davide – figlio piccolo – camminare per il corridoio. Immediatamente ho notato che qualcosa non andava: l’ho messo a fuoco, da capo a piedi e ho capito. Aveva la canottiera arancione, il costume celeste e blu e la scarpe verdi.
Ora, benché non sia una fanatica del look, ci tengo che i miei figli siano sempre ben vestiti (oltre che puliti, of course!) e “in tinta“.
Fine vacanze: il nero e il blu non vanno insieme, la saggezza delle nonne è evergreen
Avete presente quando vostra nonna da piccole vi diceva “Il blu e il nero non si mettono mai insieme” portandovi a spendere milioni di euro negli anni per avere nell’armadio almeno un paio di scarpe blu e un paio nere che puntualmente dovevano essere declinate nelle varianti da ginnastica, con il tacco alto e ballerine (da qui i milioni di euro sopracitati)? Ecco, io sono una di quelle che il blu e il nero non li accoppia mai, nonostante la moda abbia oggi sovvertito anche questa certezza.
Ma non divaghiamo. Una bestialità del genere non l’avrei mai permessa: arancione, celeste-blu e verde: aiuto!!!! Ho cercato conferme da mio marito che, con gli occhi sgranati, mi ha ricordato che erano almeno due giorni che lo gnomo riutilizzava quella maglietta, quel costumino e quelle scarpe, complice anche il bel tempo che ci permetteva tutte le sere di lavarli e ritirali asciutti la mattina successiva dal balcone.
In un istante mi è passata tutta l’estate davanti e mi sono rivista disfare le valigie appena arrivata al mare, ammirando estasiata i completini coordinati comprati su internet durante la clausura e portati per lui e Angelica direttamente da Roma in ben due trolley (roba che le cose degli adulti le ho buttate distrattamente in un borsone da dividere “a mezzi”).
Eccolo lì Davide perfetto nei suoi pantaloni simil gessato, polo bianca a girocollo e sandaletti blu con impunture panna. Un “figurino”, come dice sempre la nonna.
E ancora, il giorno del compleanno della cucciola, quel costume coordinato con le infradito che, diciamolo, hanno anche le perline “sbrilluccicose”. E la sera? Vestitino dell’unicorno con la gonna corta davanti e lunga dietro (come si porta quest’anno!), scarpe bianche che sono sempre un passepartout, capelli legati e mollettina di Elsa e Anna a colore: mise voluta da lei e approvata da me con un moto di orgoglio materno e non per una questione di “outfit al femminile”, ma perché anche quando porta i pantaloni da hip-hop e una semplice t-shirt nera, tutto deve armonizzato! O almeno credevo!
Ancora col sorriso ebete sulla faccia, infatti, mi volto e incrocio la gnappa, pronta a varcare la porta di casa, con tuta gialla, sandali celesti e cerchietto rosa. Oh Mamma!
Le vacanze sono finite e il tuo “Gira la Moda” s’inceppa
Dopo 4 mesi di lockdown, 2 di mare (e siamo fra i pochissimi fortunati a esserceli potuti permettere fra smart working e nonne in appoggio quindi non mi posso lamentare) e in particolar modo, dopo questi ultimi giorni di spiaggia-pomeriggio al parco-uscita pre e post cena, il mio “Gira la Moda” interiore si è inceppato.
Ed ecco riaffiorare alla mente alcuni estratti dell’ultima settimana: “mammy, metto la maglietta rossa con la gonnellina gialla ok?”; “mammina, papà ha scelto per Davide i pantaloncini mimetici (grigi e neri) e la magliettina a righe (panna e blu) e per me il vestitino a righe rosso e bianco e le scarpe con il tacco (si fa per dire!) a fiori fucsia…”. Da brividi.
La cosa bella di un vestito è la felicità negli occhi del bambino che lo indossa
Avete presente gli ultimi giorni di scuola prima delle vacanze, quando ormai nessuno ascolta più le lezioni e mentre il professore interroga si organizzano i tornei di Burraco?
A casa nostra la situazione è ormai questa.
Sarà la stanchezza, loro e nostra, perché ogni cambio è una battaglia, specialmente con il piccolo; sarà l’attenzione che comincia a perdere colpi, per fortuna solo sulle cose meno importanti come gli outfit; sarà che “basta che ti sbrighi e usciamo che co’ sto caldo rischio di non arrivare nemmeno al portone”; sarà che alla fine basta vederli contenti anche con in testa il cappello dal colore sbagliato che però, in quel momento, per loro è la corona più bella.
Del resto, anche se con il body allacciato male o i pantaloncini non intonati alla camicia, non ho mai visto i piedi dei miei figli così sporchi come in questi due mesi.
Dicono che i bambini con i piedi sporchi siano i più felici.
Non so se è vero, ma so con certezza che loro si sono divertiti un sacco qui al mare, liberi: hanno corso, saltato, camminato, giocato…
E ne avevano bisogno, come tutti i piccoli che hanno affrontato questo lockdown chiusi fra quattro mura.
Tanto per le mise coordinate c’è sempre tempo…