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I 10 consigli della psicologa per smettere di allattare (quando è giunto il momento)

Ad un certo punto una mamma può decidere di terminare l’allattamento al seno, per stanchezza, per esigenze pratiche o di salute o semplicemente perché si pensa sia arrivato il momento. Ecco 10  consigli della psicologa Tiziana Capocaccia per farlo con tutta la serenità e preparazione possibile.

Anche io, come molte mamme che hanno scelto l’allattamento prolungato (e hanno avuto la fortuna di poterlo fare) sto pensando che alla soglia dei due anni sia arrivato il momento di smettere. Di fatto è ovviamente molto più semplice a dirsi che a farsi e al netto di quello che ci vorrà concretamente (farmaci per mandare via il latte? o andrà via senza problemi?) il primo aspetto che ho deciso di affrontare è quello psicologico.

E sono convinta che le mie domande possano essere simili a quelle delle altre mamme. Non sono l’unica a ritrovarsi con una duenne vampira che ha imparato a slacciare qualsiasi tipo di bottone e chiusura (Montessori, nun te temo) pur di ciucciare a qualunque ora del giorno e della notte. Soprattutto, della notte. Soprattutto, ho 40 anni e non dormo da due anni. Ho quindi deciso di chiedere a Tiziana Capocaccia, psicologa e autrice di fiabe volte a sostenere genitori e bambini in momenti delicati della loro vita, quali aspetti tenere in considerazione per questo importante rito di passaggio e come pianificare la fine del mio allattamento in 10 mosse! (e la testimonianza personale della dottoressa Capocaccia).

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1 – VOGLIO O NON VOGLIO SMETTERE DI ALLATTARE?

Per prima cosa, ogni mamma deve cercare di capire perché vuole smettere di allattare: è davvero una tua esigenza o ti stai facendo condizionare? Come capirlo?

È difficile quando le pressioni esterne sono forti, perché ci condizionano facendoci stare male. Possiamo però sempre scegliere. Scegliere di prenderci del tempo per capire. Dire che abbiamo bisogno di capire cosa fare, che prendiamo in considerazione i “consigli” dati e abbiamo bisogno di mettere un po’ in silenzio le “voci esterne” per capire dentro di noi come fare la cosa migliore. Sì: è un modo diplomatico per dire fatevi un grosso pacco di affari vostri a tutti quanti!

Spesso le persone attorno hanno davvero a cuore la salute della mamma, vedendola magari troppo stanca. Tuttavia è sempre necessario prendersi il proprio tempo per decidere. Ascoltarsi. Io dico “ascoltare la pancia”. Quale decisione ci fa sentire più serene dentro?

Qualunque decisione prenderemo, smettere o continuare ad allattare, ci saranno lati positivi e difficoltà, ma se siamo in pace con la nostra decisione, non l’abbiano vissuta come una costrizione, allora saremo più serene nell’affrontarla. Sempre utile contattare una consulente per l’allattamento della Leche Legue (link: https://www.lllitalia.org/cerca-una-consulente-in-zona.html).

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2 – L’ALLATTAMENTO PROLUNGATO È UN VIZIO?

C’è chi dice di smettere a sei mesi e chi che l’allattamento prolungato faccia bene. Si è anche sfatato il mito che dopo l’anno il latte diventi acqua. Ma continua invece imperterrito quello del “è un vizio”. Cosa ne pensa la psicologa dell’allattamento prolungato?

La risposta è per me sbalorditivamente semplice: se la mamma si sente bene ad allattare, lo vive con naturalezza, sente che per lei e il suo bambino è giusto così. Allora questa è la decisione giusta. Ogni mamma ha diritto di essere libera e serena nella propria scelta. Per sfatare l’idea di “vizio”, parola negativa e vuota, direi che ogni forma di amorevole cura, nutritiva della pancia o delle emozioni è positiva.

3 – HO DECISO DI SMETTERE DI ALLATTARE: DA DOVE COMINCIO?

Se si è deciso che è giunto il proprio momento di terminare il percorso dell’allattamento ci sono dei consigli utili, che dipendono anche dall’età del bambino. Tuttavia ogni modalità di elaborare la conclusione di questo percorso sarà poi del tutto personale.

Si consiglia di diminuire le poppate, sostituendole nel modo più adeguato in base all’età, in modo da aiutare il piccolo ad abituarsi e la mamma a diminuire la produzione del latte. Per questi aspetti più “tecnici” consiglio di informarsi presso una consulente dell’allattamento come accennato anche in precedenza.

Sul piano emotivo fa bene a mamma e bambino e a prescindere dall’età del piccolo, che la mamma lo dica al figlio, anche se ancora non parla.

Parlare, da subito, ai bambini ci aiuta a creare una buona comunicazione, una relazione più ricca, ci aiuta anche a elaborare meglio le nostre emozioni, e il tono emotivo con la maggiore o minore serenità che proviamo arriva ai bambini di ogni età.

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4 – LE TAPPE E I CONSIGLI PER SMETTERE DI ALLATTARE

Se il bambino ha superato l’anno e già mangia pasti diversi dal solo latte, è bene evitare di offrire noi il seno se si è deciso di portare a termine l’allattamento, diminuendo magari già così le “occasioni” di allattamento (a volte non ce ne rendiamo conto, ma l’abitudine è così forte da rendere il gesto automatico).

Come accennavo, si consiglia un distacco graduale, che aiuti ad abituarsi alla fine di questo percorso, emotivamente e fisicamente.

Con un bambino più grande cui possiamo spiegare bene le nostre motivazioni, adeguandole ovviamente all’età, possiamo, se lo riteniamo opportuno, acquistare, un biberon insieme, magari sarà quello che conterrà il latte, o altro, che berrà a colazione.

A volte, tuttavia, capita che un bambino cui si cercano di diminuire le poppate diventi ancora più desideroso di essere allattato.

Bisogna armarsi di grande pazienza, è un passaggio difficile la fine dell’allattamento. Prepararsi consapevolmente è davvero utile. Pensare ad esempio che interrompere l’allattamento non farà automaticamente sì che il bambino non si svegli più la notte. Anzi, teniamo presente che in tal caso dovremo pensare ad una “ritualità” alternativa per aiutare il piccolo a riaddormentarsi.

5 – CON COSA POSSIAMO AIUTARCI A INTERROMPERE L’ALLATTAMENTO

Possono essere utili giochi, ciucci, biberon e dudù?

Già quando il piccolo assume solo il latte della mamma, i momenti dell’allattamento sono anche momenti di coccola, piccoli rituali che aiutano i passaggi tra la veglia il sonno, magari.

Sono questi i momenti che dobbiamo individuare e ai quali dobbiamo rivolgere la nostra attenzione: è necessario trovare dei modi per “sostituire” la ritualità e la funzione rappresentate dall’allattamento. Possiamo pensare di cullare e narrare una fiaba o cantare, ogni mamma conoscendo il suo bambino e anche tanto in base alla sua età può trovare il rituale più appropriato per sé.

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6 – A CHI CHIEDERE AIUTO PER SMETTERE DI ALLATTARE

Marito, compagno, nonni, altri amici e parenti possono essere un grande aiuto. Capita che il piccolo possa addormentarsi con il papà o con un nonno o una zia, trovando con loro un rituale diverso da quello dell’allattamento che ha con la mamma.

Questo può aiutare ad accompagnare il bambino al cambiamento e supportare la mamma. Chiedete aiuto, se ne avete la possibilità. E, nel farlo, non sentitevi sbagliate o in colpa: state facendo la cosa più giusta! (esistono perfino agenzie di baby sitting che offrono un servizio h24 e potreste decidere di avvalervi di una tata – o addirittura di un’ostetrica o una puericultrice – per farvi supportare in questo delicato momento).

7 – COSA FARE SE IL BAMBINO PIANGE E URLA?

Ovviamente, succederà. Bisogna armarsi di tanta pazienza, cercare di calmare il bambino con molte coccole e distrazioni rinforzanti. Armatevi anche qui di piacevoli alternative: la lettura di una fiaba, cantare insieme una canzone (che può diventare una specie di mantra tutto vostro della calma), proporre un nuovo gioco. Pensate sempre a cosa piace fare al piccolo: se gli piace ballare, ballate con lui. Oppure disegnare, dipingere… aiuterà anche voi a gestire la sofferenza e la frustrazione che derivano dalle reazioni del bimbo.

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8 – TERMINARE L’ALLATTAMENTO E GESTIRE IL SENSO DI COLPA DELLA MAMMA

Il “senso di colpa” è una componente dell’elaborazione emotiva presente in ogni forma di lutto. Il lutto è la perdita di qualcuno o qualcosa di caro. L’allattamento è un fine a volte vissuta con grande serenità, a volte vissuta con dispiacere. Dipende da molte variabili. Se pur avendo serenamente ascoltato sé stesse e deciso di porre fine all’allattamento, sentiamo tristezza, può darsi che faccia capolino anche la colpa.

Restiamo consapevoli che fa parte dell’elaborazione emotiva di qualcosa di bello che finisce, ma manteniamoci altrettanto consapevoli che abbiamo certo preso la migliore decisione possibile per noi e per il nostro bambino.

9 – QUANDO SMETTERE DI ALLATTARE: DIFFERENZA D’ETÀ DEL BAMBINO

Quali le differenze nel gestire la fine dell’allattamento con un bimbo che già parla e uno che non parla ancora?

Ritengo importante parlare anche a un bambino che non parla ancora. Questo aiuta la mamma ad elaborare meglio le proprie emozioni e al piccolo questo aspetto emotivo arriva ed è importante.

I rituali sostitutivi che andremo a cercare saranno ovviamente differenti in base all’età e alle caratteristiche di ogni singolo bambino.

Evitare di dire che la mamma sta male, il bimbo potrebbe sentirsi in colpa credendo che dipende da lui, o pratiche assurde come “dipingersi” il seno… purtroppo ho sentito anche questo tipo di racconti!

L'allattamento prolungato

L’allattamento prolungato

10 – L’ALLATTAMENTO PROLUNGATO PUÒ CREARE PROBLEMI?

A tuo avviso, sul lungo periodo, l’allattamento prolungato può creare dei problemi nello sviluppo futuro del bambino (questo tanto per dirlo a tutti quelli che hanno la fissa della teoria del vizio…)?

L’allattamento è un momento bello per la mamma e il bambino. Un aspetto importante della relazione. Dare la possibilità al bambino di portarlo a termine spontaneamente è positivo. Questo però non significa che sia l’unica via. Ogni mamma deve essere libera di scegliere in base alla propria specifica condizione.

Sai se ci sono libri o fiabe, visto che scrivere fiabe è l’altra faccia del tuo lavoro, che ci possano aiutare in questo?

Ammetto di non essere riuscita a trovare un titolo specifico. Lo prendo come un invito a scriverne una al più presto per questo tema così specifico e importante. Resta che per accompagnare un momento di coccole o aiutare ad addormentarsi, le fiabe sono sempre ottima cosa.

SMETTERE DI ALLATTARE: L’ESPERIENZA DI MAMMA DELLA NOSTRA PSICOLOGA

Ho avuto un allattamento lungo ma non a termine. Era in giugno e la mia bimba aveva 2 anni e mezzo. Mi chiamarono per dirmi che in settembre avrebbe iniziato la scuola dell’infanzia in cui credevo inizialmente di non essere rientrata in graduatoria e che avremmo avuto un altro anno per terminare spontaneamente l’allattamento.

Tuttavia questa data di separazione che avremmo avuto mi fece riflettere su una serie di aspetti. Scelsi di interrompere l’allattamento. In realtà avevo già tentato alcuni mesi prima di diminuire le poppate, ma la mia bimba reagì vivendo la mancanza con un maggiore desiderio e un aumento della richiesta.

Per questo motivo optai per me e per lei per una fine stabilita, le spiegai tutto, comprammo insieme biberon e ciuccio, quest’ultimo mai preso, ma mi pareva giusto darle l’opportunità qualora ne avesse sentito la necessità. I primi giornI è stato molto difficile. Siamo però riuscite a istituire delle nuove ritualità di addormentamento e di coccole.

È stato il mio modo, giusto per me in quel momento con le risorse che avevo.

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