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Workin’ Moms, una dissacrante serie sulle mamme disponibile su Netflix

Depressione, crisi familiare e di coppia, ritorno a lavoro. Workin’ Moms è una sitcom, scritta da una donna, che ci sbatte in faccia la dura realtà delle mamme senza fronzoli ma facendoci ridere fino alle lacrime.

Quando sono rimasta a casa con il dito rotto ho chiesto a Silvia, pusher di serie tv, di consigliarmi qualcosa da vedere, una cosa leggera, che scorresse veloce. E lei mi ha caldamente consigliato di vedere Workin’ Moms, una serie canadese che potete trovare su Netflix (13×30′, unico neo trovate solo la prima di tre stagioni).

E così un giorno mi decido, accendo la tv e seguo il suo consiglio.

Che Workin’ Moms sarebbe stata una sitcom fuori dalle solite righe in tema di maternità, l’avevo capito fin da subito. Prima scena. Carrellata di tette con voci fuori campo a disquisire di come l’allattamento le avesse trasformate.

Io a quel punto già avevo rischiato di scoppiare in lacrime diverse volte.

Ma poco a poco il groppo alla gola sparisce (non del tutto però) e lascia spazio a risate fino alle lacrime (devo ancora capire se le mie fossero di isteria).

La serie affronta tutti temi scottanti per noi mamme (scusatemi papà se oggi parlo solo di noi!): la depressione, la crisi di coppia, la fatica che ti fa arrivare a sognare di avere un grave incidente per dieci giorni di assoluto relax, lo stupore misto all’angoscia di una nuova gravidanza, il ritorno a lavoro, i rapporti complessi coi figli ma anche con il/la partner, tutto in chiave assolutamente ironica.

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È impossibile non immedesimarsi in una, due o in tutte le mamme protagoniste di Workin’ Moms, impossibile non lasciarsi coinvolgere. Durante le tredici puntate ho più volte pianto guardando Kate (interpretata da Catherine Reitman, peraltro ideatrice della serie), mamma appena rientrata a lavoro dopo la maternità e subito ricaduta nel vortice di orari impossibili, scadenze imminenti, costretta a chiudersi in bagno per tirarsi il latte e a dover competere con i colleghi maschi con ovvie mancanze nei confronti del figlio, discussioni con il marito e sensi di colpa mortali.

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