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Spannolinamento: qualche consiglio utile

E’ un momento fondamentale nella vita di un bambino, un traguardo verso l’indipendenza: lo spannolinamento. Qualche consiglio utile per i genitori per evitare che un rito di passaggio così importante si trasformi in un incubo.

Arriva un giorno nella vita, in cui un genitore sa che dovrà correre. Non come la gazzella della pubblicità, ma molto molto più veloce. E’ il giorno in cui in famiglia si inizia lo spannolinamento.

Lo spannolinamento è quella pratica sociale, ormai riconosciuta come vero e proprio rito di passaggio (più per i genitori che per i bambini!) che coinvolge gli adulti di casa e il loro cucciolo d’uomo: l’obiettivo è quello di togliere il pannolino al piccolo insegnandogli che la pipì e la cacca possono essere fatte nel vasino o nel water.

Ci teniamo a ribadire quest’ultimo concetto: nel vasino o nel water e non in qualunque altro posto di casa o del mondo. E’ bene sottolinearlo perché ogni genitore che c’è già passato, sa che il dolce pargolo, almeno all’inizio, amerà condividere ogni sua evacuazione in qualsiasi altro pertugio dell’universo che non sia quello apposito dei contenitori preposti a tale utilizzo.

spannolinamento i consigli della psicologa

E dunque il genitore sarà costretto a correre da una stanza all’altra di casa, sulla spiaggia, per strada e persino in piscina per cercare di bloccare o almeno parzialmente arginare la fuoriuscita di liquidi e sostanze solide da quel piccolo corpicino (che, sotto questo aspetto, non ha nulla da invidiare a un adulto sano e di robusta costituzione).

Questa azione, il più delle volte, è accompagnata da quelli che in gergo genitoriale si chiamano i “gridolini-sottovoce” (ovvero un’esclamazione fatta con enfasi per indurre il bambino ad ascoltare quello che stiamo dicendo, ma senza alzare troppo il tono della voce per non farsi sentire dagli adulti che si trovano nelle vicinanze): “trattienila”, “aspetta”, “siamo arrivati”, “ecco il bagno, lo vedi?”.

Lo Spannolinamento è più facile quando il piccolo è pronto!

A parte gli scherzi: lo spannolinamento è fondamentale per la crescita di un bambino, rappresenta un traguardo, uno dei passi più importanti verso l’indipendenza.

Non c’è un momento giusto per cominciare.

Bisogna aspettare che il piccolo sia pronto e che dia segnali di volersi “emancipare” dal pannolino.
Un esempio? Molti bimbi chiedono ai genitori di comprare loro le mutandine (magari sulla scia di compagni di classe o amichetti più grandi che già le portano); altri indicano alla mamma e al papà il momento in cui stanno per fare pipì o cacca, agevolando così il compito dei genitori; altri ancora si fanno spiegare tutto e prendono l’iniziativa da soli.

Ricordiamo sempre che ogni bambino è a sé.

Ci potrebbero volere settimane o un giorno. Potrebbe non bastare un unico tentativo ed essere necessario riprovare. Può capitare di riuscire molto bene solo in una delle due cose (a volte per la cacca ci vuole un pochino di più) o che di notte serva mantenere il pannolino ancora per qualche mese.

Spannolinamento

Il motto dello Spannolinamento? Non scoraggiarsi!

Ci saranno momenti in cui lo sconforto potrebbe prendere il sopravvento, ma non bisogna demoralizzarsi! Come dicono i pediatri: “conoscete qualche diciottenne che porti ancora il pannolino?”.

Ci vuole il tempo. E non pensate di non essere capaci.
Non bisogna essere capaci, ma avere tanta pazienza.

Di metodi ne esistono tantissimi. Noi abbiamo pensato di raccontarvi le nostre esperienze per darvi qualche spunto e farvi sorridere un po’.

Spannolimento: il metodo delle ricompense

GIORGIA. Un giorno Angelica (all’epoca 18 mesi) viene da noi dicendo: “Mamma, papà vojo vasino!”. Non ci sembra vero. Andava al nido e sicuramente l’esempio degli altri bimbi l’aveva portata a sentirsi grande. Interviene la nonna: “Ho visto questo che somiglia proprio a un water in miniatura così sarà più facile poi farla passare a quello grande. Non solo, quando farà la pipì, il vasino riconoscerà che la bambina lo ha usato e gli farà un applauso facendo partire una canzoncina”.

Consiglio: non comprate vasini che cantano o almeno controllatene il volume!
Arrivato a casa, Angelica decide di provarlo immediatamente: nell’istante esatto in cui il liquido raggiunge il fondo, dal vasino parte una musica fortissima che prende tutti in contropiede, seguita da un applauso scrosciante. La bambina, terrorizzata, c’ha messo due settimane a fidarsi e risedersi sul vasino dopo averle giurato innumerevoli volte che non l’avremmo mai più acceso.

Il primo giorno abbiamo raccolto pipì ovunque. Poi, presa dalla disperazione, ho pensato di provare con il “metodo delle ricompense“: in bagno faceva bella mostra di sé una sorridente Elsa (la nostra eroina, naturalmente) stampata su un foglio a cui abbiamo attaccato uno sticker ogni volta che Angelica faceva la pipì e due ogni volta che faceva la cacca nel vasino. L’esperimento, fortunatamente, è riuscito subito (mai più usato il pannolino), ma Elsa ci ha fatto compagnia per mesi!

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Spannolimento: il pannolino a mutandina

MARTINA. Flavio aveva 2 anni e 2 mesi, era giugno e forse l’estate alle porte, forse il caldo, forse la voglia di sentirsi grande, ma dal giorno alla notte sentì l’esigenza di diventare nudista.

Al rientro da scuola si spogliava stracciando il pannolino e mi diceva che gli dava fastidio e che lui era grande e voleva far la pipì come me. Ho incoraggiato questa sua richiesta liberandolo quando era sotto i miei occhi, è stato da subito bravissimo.

Non avevamo molte ore a disposizione per queste sue “libertà” perché io lavoravo tutto il giorno e lui la mattina andava a scuola, inoltre nel mese di luglio avrebbe anche cambiato struttura scolastica perché la sua non faceva il mese facoltativo estivo e io avevo letto che non si fanno cambiamenti durante grandi cambiamenti.

Da quanto dissero le maestre anche lì provo con la tecnica del “nudo mi sento più a mio agio” ma una nuova scuola è comunque una realtà diversa e aggiungerci anche lo spannolinamento mi sembrava troppo. Così ho semplicemente comprato mutandine di spugna per casa e nelle ore di scuola lasciavo il pannolino a mutandina (così manteneva comunque il rituale di alzare e abbassare le mutande).

Ad agosto, terminata la scuola era quasi un mese e mezzo da quando, come San Francesco, aveva iniziato a sentire l’esigenza di liberarsi dei suoi vestiti e allora lo tolsi definitivamente, anche di notte.
Sulla cacca è stato super, solo una volta ha sporcato le mutandine, ma per colpa mia perché ci ho messo del tempo a reagire alla sua richiesta di andare in bagno, eravamo in vacanza e mi trovavo in un parco: non sapevo se andare al bagno del bar o fuori all’aria aperta, la mia indecisione è stata fatidica, ma per il resto mai mai mai una volta fuori posto.

La pipì l’avrà fatta a letto 4/5 volte non di più. Non sono stata brava io e non ho fatto nulla in particolare, lui era pronto, semplicemente.
Ho dovuto fare invece un lavoro di convincimento sull’indossare i vestiti e che non avere il pannolino non significava non avere addosso vestiti, ma questa è un’altra storia.

Spannolinamento

Spannolinamento difficile? Ripetetevi, prima o poi ce la faremo

SILVIA. Per infondere in voi immediatamente la certezza che non siete le madri peggiori del mondo, ma c’è sempre mamma Silvia di Roma03, vi dico solo che ho passato un’estate a raccogliere e lavare cacche da qualsiasi tipo di superficie: costumini in lycra, mutandine di cotone, pavimenti di casa e, udite udite, pavimento dell’ingresso dello stabilimento balneare. Diana, per sfuggirmi dopo essersela fatta addosso, aveva fatto volare in terra il prodotto del suo intestino. Io, leggiadra come una farfalla, l’ho raccolta correndo con un fazzoletto che avevo fortunatamente in mano, prima che qualcuno se ne accorgesse.

Le cose sono andate così: estate 2018, Diana ha quasi due anni ed è incuriosita dal vasino. Così prova a usarlo: una pipì, due pipì, ma alla prima cacca… terrore puro! Cos’è quella cosa che è uscita dal mio corpo? O mio Dio, perdo pezzi! Ci sarebbero voluti pazienza e sangue freddo per proseguire, ma visto che avevo mamma fracassata in ortopedia e facevo avanti e indietro dall’ospedale ho pensato: in fondo non ha nemmeno due anni, possiamo aspettare. E quindi, ripetiamo la regola d’oro: niente fretta.

Estate 2019, Diana compirà 3 anni ad agosto e le maestre del nido, a turno, cominciano a seguire settimana per settimana i bimbi al nido, contemporaneamente si inizia lo spannolinamento a casa. Manco a dirlo, Diana che ha il carattere che ha, capisce che è bene fare la brava a scuola e farla sul pavimento a casa. Vuoi mettere lo spasso? I bambini sentono le vostre aspettative. E sentono anche se siete geneticamente predisposti a farvi camminare in testa con i tacchetti a calcio: salve, eccomi qua!

come togliere il pannolino a un bambino Guida allo spannolinamento vasinoLeggi i consigli della nostra psicologa per lo spannolinamento

Comunque nel giro di un mese fra vasino e copriwater a forma di papera risolviamo la questione pipì, ma l’annosa questione cacca ci accompagna tutta l’estate: ad agosto comincio a sentirmi come il medico di corte de Il Piccolo Imperatore di Bernardo Bertolucci che analizza le cacche del piccolo regnante della Cina per deciderne la dieta. “Diana ‘sta cacca non viene via, domani verdure eh?!”

Verso la fine dell’estate, mettiamo a segno qualche canestro, ma comincio seriamente a pensare che a scuola sarà un disastro e che mia figlia studierà a casa fino alla maturità per problemi di gabinetto. Il primo giorno di scuola, belle e inamidate con la divisa (sì, manco alla materna ci hanno prese alla scuola che avevamo scelte) Diana entra in classe e vede i bagnetti a misura di bimbo e super puliti. La prima cosa che ha fatto entrando nella sua nuova scuola? La cacca! E da allora, dopo 3 mesi di calvario, le cose sono andate per il verso guisto.

Cacca nel vasino! i consigli per lo spannolinamento leviamo il pannolinoProblemi di cacchina? Ci pensa la nostra psicologa!

Spannolinamento… vuoi una caramella?

SILVIA B. Con Edoardo abbiamo deciso di tentare lo spannolinamento all’inizio del Lockdown, più o meno a inizio marzo. Ma il tutto è durato non più di tre giorni perché lui proprio non partecipava, non chiedeva di andare in bagno, se mi dimenticavo di portarcelo io faceva pipì ovunque. Compiuti i 3 anni però – quindi l’11 maggio – abbiamo deciso di riprovare dopo che un’amica ci aveva detto di ricompensarlo con delle caramelle. E quindi pipì? Una caramella! Cacca? Due caramelle.

Ma i bambini, si sa, sono più furbi di noi! Così Edoardo è stato subito al gioco: pipì e cacca nel vasino, si è trasformato completamente! Chiedeva lui di usare il vasino… E un giorno, il drittone, fatta la pipì e quattro palline di cacca si è messo a contare: “Mamma, una caramella, due caramelle, tre caramelle… mamma, 5 caramelle!”.

Insomma, tutto è finito bene: sono due settimane che fa tutto sul vasino e non chiede nemmeno più le caramelle.

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