3 Mag, 2022
silvialombardo

Questa idea di avvicinare le persone alla psicologia Oplà per la
famiglia la porta avanti da qualche anno. Si son resi conto che
trattando temi attuali, comuni al cuore delle persone, degli adulti,
delle coppie, dei ragazzi, alcuni hanno modo di avvicinarsi a tematiche
che per qualche motivo gli sono care incuriosendosi, facendosi delle
domande, trovandosi insieme ad altri “simili”, facendo quando necessario
una richiesta per un aiuto, per un sostegno, senza per questo sentirsi
strani o etichettati come malati anche solo per essersi avvicinati a uno
psicologo. Perché purtroppo ancora nel nostro paese, patria della
psichiatria, dei manicomi chiusi e poi “aperti” resiste questa
convinzione che chi va dallo psicologo sia matto, o ricco, o che abbia
molto tempo da perdere. E persiste anche la gran confusione originata
dalla psicoanalisi classica, più arcaica, che una terapia intrappoli
ogni essere umano per almeno 10 anni, senza possibilità di scampo. Di
passi avanti la psicologia ne ha fatti e così la psicoterapia ma di
confusione ancora ce ne è molta e per questo è giusto divulgare, fare
informazione e prevenzione. E allora ecco uno spazio, uno studio di
psicologhe e psicoterapeute in cui poter accede liberamente,
gratuitamente per 2 settimane. Conoscere le professioniste, ascoltarle
parlare, raccontare e usufruire, se proprio si è incuriositi, di un
colloquio gratuito.
Le tematiche di cui parleranno saranno davvero molte, a partire dal
nostro ruolo di famiglie sandwich. E ora che è ‘sta famiglia sandwich?!?
  Facendo figli da adulti succede che ritroviamo schiacciati tra la cura
dei figli e la cura dei genitori adulti e dunque metaforicamente si
palesa questo bel sandwich in cui noi rimaniamo schiacciati tra due
belle fette di pancarrè in un fantastico mischione pieno di maionese. E
no si sta comodissimi. E allora come si fa!?
Si parlerà anche di coppie in crisi, di separazioni (oggi praticamemente
il 50% delle coppie scoppia!)e di cosa si può fare in questi casi, di
quali possono essere i percorsi possibili. Si parlerà di figli con
diagnosi, che oggi son così diffuse sin dai primi anni! e degli effetti
che queste diagnosi hanno sui figli “sani” di cui a volte ci si
dimentica. Si parlerà di adolescenza e dei sintomi che in una fascia
d’età così delicata possono rappresentare un campanello d’allarme poi
anche temi più leggeri (neanche troppo per chi li vive!), perché grazie
ad una consulente felina ci sarà modo di capire come organizzare
l’arrivo di un bebè mentre il proprio gatto è intento a difendere in
tutti i modi il proprio territorio. E sappiamo che l’arma letale
chiamata pipì di gatto non lascia scampo!

Ma una tematica che ci ha incuriositi più delle altre a noi di Roma03 è
la storia che racconterà Arnaldo Funaro un padre che assieme alla sua
compagna qualche anno fa ha intrapreso il suo percorso di adozione. Di
un papà che voleva diventare papà, far parte del mondo 03 e poi 06 e via
dicendo e che per storia sua e della sua compagna rischiava di non
diventarlo. Di questo percorso ne ha fatto un libro: “Un bimbo mi
aspetta”, una pagina fb, un viaggio emotivo e pratico che oggi è linfa
per tante persone che come loro vorrebbero diventare genitori adottivi o
meglio genitori e basta. Arnaldo parla al cuore di questa generazione e
usa parole a cui difficilmente si resta indifferenti dice questo della
sua pagina: “è nata come un diario per mia figlia ben prima che potessi
conoscerla. Mi dicevo: «Un giorno vorrà sapere tutto sull’adozione e
gliela racconterò
con parole semplici». Giorno dopo giorno, però, mi sono reso conto che
scrivere serviva più a me
che a lei. Serviva a me per accorciare le attese, guarire le ferite
delle piccole o
grandi umiliazioni, rielaborare le mille procedure, gli incontri con
assistenti sociali, giudici, medici di ogni genere che devono costruire
l’arcobaleno di documenti che porta al tesoro più grande: un figlio.
Scrivere serviva a me per convivere con l’idea che qualcuno dovesse
stabilire se fossi o meno un bravo papà prima di esserlo davvero e per
trasformare una brutta storia in una fiaba a lieto fine.
Un giorno, durante un incontro con altre coppie in attesa di diventare
genitori adottivi, mi sono reso conto che a tutti noi mancava qualcosa
che
ci prendesse per mano e ci scaldasse il cuore; qualcosa che ci aiutasse
a
sorridere di fronte alle domande sciocche di genitori o parenti: «Ma
insomma, questi figli quando li facciamo?».
Ci mancava qualcosa che ci rendesse più lucidi davanti a tutte le
mancanze
dello Stato che per spostare un documento da una scrivania all’altra
impiega tre legislature; più forti in una società che ha trasformato la
gravidanza in una malattia e la sua assenza in una condanna.
Soprattutto, ci mancava qualcosa che ci aiutasse a superare il senso di
colpa per aver deciso di avere figli troppo tardi, o semplicemente di
non
riuscire a farne senza una motivazione.
Così ho iniziato a pubblicare tutto sui social network e pian piano
tante
persone si sono avvicinate a questo diario facendolo proprio,
condividendone i contenuti che solo i genitori adottivi possono capire,
ma
che raccontati così appartengono davvero a tutti.
In queste pagine non leggerete solo la mia storia, ma ritroverete anche
la
vostra. Non importa se genitori naturali, in provetta (come piace dire a
tanti) o
adottivi. L’arrivo di un figlio passa sempre attraverso una gestazione,
qualunque
essa sia, ed è sempre un miracolo che tutti provano a governare con la
legge, la medicina, la religione, ma che alla fine appartiene solo alle
due
persone che contro tutto e tutti, dal nulla, realizzano una famiglia.
Diventare genitori è la sfida più importante nella vita di due persone e
se
qualcuno proverà a dirvi «fattene una ragione, si può vivere anche senza
figli» o «evidentemente era destino», oppure «non si può avere tutto
dalla
vita» o ancora «è impossibile», la risposta deve essere sempre e solo
una:
impossibile è un’opinione.

Sarà un piacere ascoltare dal vivo Arnaldo, per chi come lui vorrebbe
adottare, per chi sta vivendo il calvario degli anni di attesa per chi,
come scrive lui, non riesce a superare il senso di
colpa per aver deciso di avere figli troppo tardi, o semplicemente di
non riuscire a farne senza una motivazione. Perché oggi succede spesso
anche questo, si fa fatica a trovare una motivazione nel fare figli
perché questa società prende direzioni strane e confuse e questa
confusione pervade ogni area delle scelte individuali e di coppia.
Insomma, Arnaldo sarà presente con il suo incontro il 21 marzo alle
10.00 presso lo studio di psicologia fiume bianco, in Via Fiume Bianco
27 ma per tutti gli altri incontri…alleghiamo il fitto programma. Buon
ascolto, prenotatevi via mail agli incontri e ai colloqui e buona
partecipazione.