Quando ho avuto Diana ho deciso di ricorrere all’aiuto di un’ostetrica che mi ha aiutata a organizzare gli spazi per il neonato appena tornata a casa, a gestire poppate, orari, nanne, colichette e un allattamento che ha fatto fatica ad avviarsi e poi è durato 22 mesi. Una scelta che rifarei cento volte.
Forse lo avrete già letto in qualche altro post: la mia gravidanza è stata, diciamolo, una rottura pazzesca e anche una discreta angoscia. Arrivata dopo un aborto spontaneo alla nona settimana, superato lo scoglio dei primi tre mesi a base di progesterone, cortisone e cardioaspirina pensavo di essermela cavata. E invece no: cerchiaggio e riposo assoluto fino al parto.
6 mesi a letto senza alcuna possibilità di frequentare un corso pre-parto e con la paura, a dire il vero, anche solo di parlare di neonati fino al settimo mese quando il rischio di un parto prematuro dava comunque alla mia bimba grandi possibilità di sopravvivenza.
Ho fatto la valigia per l’ospedale a ben 33 settimane e ho comprato trio e bodini sempre in quei giorni. Insomma ho fatto tutto fuori tempo massimo e a un certo punto mi sono resa conto che ce l’avevo fatta perché Diana aveva raggiunto i 2.5kg di peso e presto mi sarei trovata con una neonata fra le braccia e una grandissima esperienza di gravidanze a rischio e zero nozioni su cosa si fa con un neonato.
Durante tutta la gravidanza facevo visite, in media, ogni 10-15 giorni e tutte le volte ad accogliermi c’era una giovane e bravissima ostetrica che mi ha rassicurata e dato preziosi consigli: la Dottoressa Simona Aversa.
E così ho scoperto – perché molte cose prima di diventare mamma proprio non le sai e le scopri a fatica pure dopo. Poi dici che una si apre un blog! – che dopo il parto si può ricorrere all’aiuto di un’ostetrica a domicilio.
Non avendo fatto, come vi dicevo, nessun corso preparto e non avendo una schiera folta di parenti ad aiutarmi ho optato per questa formula: Simona mi ha aspettata sulla porta di casa il giorno che sono uscita dalla clinica e è venuta ad aiutarmi nei giorni successivi, diradando gli appuntamenti fino ad allattamento avviato e neomamma tranquillizzata.
L’elenco delle cose che servono quando si torna a casa con il neonato
La prima cosa che ha fatto Simona è stato fornirmi una lista delle cose che era indispensabile comprare, il che mi è stato molto utile per risparmiare tanti acquisti inutili e relativi sprechi di denaro.
Alcune cose le abbiamo aggiunte in corsa mentre ero in clinica, secondo i bisogni della neonata che, ad esempio, non riusciva ad attaccarsi e quindi via con i paracapezzoli più adatti, sempre consigliati da Simona, per mamma e bebè. I consigli delle altre mamme sono preziosi a volte, figurarsi i consigli di una che di neomamme ne vede una grandissima quantità tutti i giorni.
E quindi, fra le non moltissime cose che Simona mi ha consigliato di acquistare, c’erano materiali per la medicazione del cesareo, lo sterilizzatore, biberon e ciuccio, materiali per la medicazione del cordone, prodotti cosmetici per il cambio e il bagnetto di Diana, coppette assorbilatte, e facoltativo (ma ho optato per il sì) cuscino da allattamento.
Il ritorno a casa con un neonato
Appena arrivata a casa con Diana nella sua culla, Simona ed io abbiamo fatto uno spuntino rilassante durante il quale abbiamo visto insieme il funzionamento di tutto quello che avevo comprato, organizzato il lavoro per la giornata (e quindi anche per quelli successivi) e poi abbiamo passato in rassegna gli spazi della casa per capire come sistemare tutto in modo ottimale per la bambina e agevole per me.
L’organizzazione degli spazi di casa con un neonato
Appena nata Diana non disponevo di una stanza per lei, quindi la culla è stata dislocata nella nostra camera da letto. L’organizzazione degli spazi, insegnatami da Simona, è stata qualcosa di estremamente semplice e mi ha permesso di godermi il mio essere mamma senza stress già dai primi giorni.
Gli spazi, lo saprete, è bene siano diversificati. Uno spazio per allattare, uno per la nanna e uno per cambio, medicazioni varie e toilette.
Perciò abbiamo attrezzato il divano con cuscini e cuscino da allattamento, salviette, asciugamani e bavaglini a portata di mano, così come i paracapezzoli che mi sono stati fondamentali per andare avanti con un allattamento non proprio agevole (ma di questo vi parlerò un’altra volta) e non morire di ragadi (anche per queste ultime i consigli dell’ostetrica sono stati fondamentali).
E, fondamentale, abbiamo disposto tutto quello che era fondamentale per essere sempre pronte al cambio della bimba sul fasciatoio.
L’organizzazione del tempo con un neonato e il sacro quadernone della neomamma
E qui arriviamo al sacro quadernone che tuttora conservo e che è ora diventato sede dei disegni di Diana, ma porta con sé tutti i segni della felicità, dei ritmi e delle paure dei primi giorni.
Simona mi ha consigliato di annotare su un quaderno tutti i dati sensibili riguardanti le giornate di Diana: mi avrebbero aiutato a gestire ansie e paure, a correggere il tiro su alcune cose e a valutare il lavoro che stavo facendo che, in fondo, non era poi tanto male.
Così sul quadernone sono riportate l’ora in cui Diana si addormentava, quanto latte riuscivo a tirare col tiralatte e quanto, orari e durata delle poppate, ml di latte presi dal biberon, cambi di pannolini, cacche, medicazioni varie, peso e colichette.
Se può sembrarvi un modo ansiogeno di gestire la cosa, vi dirò che per me non lo è stato affatto ma anzi mi ha aiutato a capire che se qualcosa in un dato momento mi sembrava non andare per il verso giusto, in realtà non era così.
L’allattamento a richiesta
Va da sé che, secondo l’attuale uso dell’allattamento a richiesta, Diana si attaccava quando aveva fame, cercando però di rispettare degli intervalli di almeno 2-3 ore fra una poppata e l’altra.
Dopo neanche un mese un mese di queste annotazioni il quaderno comincia a rimanere abbandonato in un angolo: oramai ero sicura di quello che facevo, nonostante una bambina nata un mese prima e un allattamento molto faticoso, e non avevo più bisogno di prendere nota di quello che accadeva.
Cosa fare con un neonato appena arrivati a casa
Ovviamente l’ostetrica ti insegna anche come fare: modi migliori per allattare il bambino – posizioni, attaccamento corretto, etc – ritmi, posizioni sicure per il sonno del piccolo, informazioni sulla salute del bambino e sulla sua crescita, dritte per aiutarlo con doloretti e colichette, come prenderlo per lavarlo, come massaggiarlo e asciugarlo.
Detta così può sembrare banale, ma vi assicuro che sapere fin dal primo minuto cosa fare senza dubbi fa sì che tu possa goderti tuo figlio al meglio fin dai primi attimi.
Come gestire alcuni piccoli problemi: colichette e ritmi del sonno del neonato
Puntuali sono arrivate anche le prime colichette e i primi problemi. Una sera che Diana aveva poco più di un mese mi sono ritrovata coperta da una doccia di latte che una cosa così nemmeno ne L’Esorcista l’avevo vista.
Saranno tante le volte in cui ti chiederai ma è normale? Ecco, il filo diretto che avevo con Simona e tutte le informazioni preziose che mi aveva dato mi hanno fornito la risposta sì, è normale trovarsi a tenere una neonata di 4kg come un pacco bomba mentre grondi latte rigurgitato sul pavimento.
E così abbiamo fatto insieme il primo bagnetto dopo la caduta del cordone, o ci siamo trovate ad avere a che fare con la stitichezza di Diana o le sue prime colichette alle quali ovviare con prodotti fitoterapici pediatrici e con i modi più giusti di tenerla e cullarla.
Nanna del neonato, ore di sonno, poppata della sera e tisane
Mano a mano che il tempo passava, Simona ha cercato di aiutarmi anche nel gestire le ore di sonno notture di Diana. Una bella ultima poppata piena a tarda sera, ci garantiva 4-5 ore di sonno filato (una cosa incredibile per molti neonati).
Spesso però questa magia veniva interrotta dalle colichette: molti sono dell’avviso che un bambino molto piccolo debba bere solo il latte della mamma, ma assieme a Simona abbiamo trovato che la tisana al finocchio o la camomilla prima infanzia giovava molto a Diana sia per i dolori che per il rilassamento pre-nanna e quindi nei momenti in cui percepivo il suo disagio una piccola tisana tiepida calmava la piccola (anche se non sempre bastava, e l’unica cosa che ha potere sulle colichette è il tempo: dopo il quarto mese passano).
La questione allattamento di una neonata pretermine fra poppate e tiralatte
L’allattamento sarà oggetto di un altro post perché la faccenda è lunga: vi basti sapere che per tre mesi mi sono tirata il latte che serviva per integrare tutte le poppate e farmene fare di meno faticose durante la notte, poiché Diana non riusciva a tirare correttamente. Anche in questo, Simona è stata fondamentale. Oggi ancora mi chiedo se sarei riuscita ad allattare mia figlia senza di lei.
A chi chiedere aiuto dopo il parto: indicazioni e costi
Ovviamente molte di voi si staranno facendo due calcoli sui costi dell’avere un’ostetrica tutta per sé. Nel mio caso, avendo risparmiato sul corso preparto e altre cose stando a letto è stato uno dei migliori investimenti della mia vita.
Ricordatevi comunque che i consultori (qui la nostra guida: prima e seconda parte) offrono supporto alle neomamme (in genere con incontri settimanali da effettuarsi in sede, con peso e controllo del bimbo, corsi di baby massage e spazio allattamento) e che la regione Lazio offre alle neomamme un servizio gratuito di assistenza domiciliare alla maternità e al puerperio, CON TE MAMMA.