Il più grande tabù delle mamme è legato alla rabbia verso i propri figli. Non è sempre tutto rosa e fiori, anzi! Sentirsi di tanto in tanto stanche, depresse, incomprese, deluse, non all’altezza, e soprattutto arrabbiate, è normale.
Gaia Miletic
Associazione Millemamme
psicologia@millemamme.org
Alzi la mano chi al ventesimo risveglio, all’ennesimo NO o al milionesimo piatto lanciato dal seggiolone non sia impazzita.
Sabato, complice la pioggia torrenziale e signora delle pulizie mancante, siamo stati praticamente a casa tutta la giornata ad eccezione di una scappata al corso di inglese la mattina. Bè, care mie, Greta avrà detto la parola mamma e tutte le sue forme (mammina, mammetta, mammuttina) circa 1000 volte. Mi ha chiamata talmente tanto che ad un certo punto ho rischiato davvero di lanciarla dal bagno alla camera da letto.
Ci avete mai fatto caso che quella vocina si stampa nella vostra testa e ad un certo punto la sentite anche quando non vi ha chiamato? Le chiamano allucinazioni uditive, io lo chiamerei esaurimento.
Non ditemi che all’ennesimo “mammaaaaaaaaaaa” durante la notte, proprio nel momento in cui eravate rientrate nella fase REM, non vi siano scattati i nervi. A casa mia ad esempio la notte c’è un gran via vai. Abbiamo deciso di spostare la iena nel suo letto nella sua supermegafantastiliosa camera. Bene, mi chiama talmente tante volte la notte che ad un certo punto, per sopravvivenza, resto a dormire con lei e mio marito praticamente ora dorme in un letto di duemetrieventi da solo, poi dici che gli uomini non so’ intelligenti.
Il mio lavoro mi porta a partire diverse volte l’anno e vi confesso che, nonostante ami mia figlia più di qualsiasi persona al mondo, attendo con ansia quei giorni in cui riesco a dormire per 8 ore di fila.
Vogliamo parlare poi della noia che li attanaglia quando non li intrattenete per più di dieci minuti di seguito e iniziano così a fare delle cose inenarrabili? Un pomeriggio Greta era talmente indignata che mamma dovesse fare la pipì che ad un certo punto è entrata in bagno (non ditemi che voi riuscite ad andare in bagno da sole e con la porta chiusa perchè non ci crede nessuno) ed ha pensato che fosse divertente prendere il sapone intimo e cospargerlo per l’intera stanza, mamma e figlia comprese.
Dai, non venitemi nemmeno a raccontare che siete felici anche quando vostro figlio, dopo una giornata in cui avete lavorato, siete tornate a casa, avete giocato, avete cucinato, dato da mangiare al/ai pargolo/i, lavati, pigiamati, visto 18 volte la stessa puntata di Peppa Pig, nel momento di metterli a dormire sentite “mamma acqua”. Vabbè una volta è d’obbligo, mica vorremmo farli morire di sete; due è giustificabile, forse hanno bevuto poco e mangiato tanto. Ma alla terza a me viene un sano, energico, irrimediabile nervoso.
Rabbia.
Si perché noi mamme siamo anche così. Arrabbiate.
Ci arrabbiamo quando finalmente riusciamo a vestirlo e appena prima di uscire sentiamo che l’ha fatta, sì, l’ha fatta! Certo, potremmo sempre fingere che l’abbia fatta in macchina e rifilarglielo al nido ma poi che penseranno.
Ci arrabbiamo quando rimandiamo i nostri impegni, ci rassegniamo a fare una cena con i rimasugli pur di portarli al parco in una giornata di sole, e loro ci fanno impazzire con ogni capriccio immaginabile e non.
Ci arrabbiamo quando prepariamo per cena il loro piatto preferito, ma facciamo l’imperdonabile errore di aprire il frigo. Ed è lì che i loro occhi si posano su qualcosa, una qualsiasi cosa, anche quella che non hanno mai voluto mangiare quelle 345 volte che gliel’avete proposta. E non c’è niente da fare, finché non avranno quella cosa la lotta non finirà e noi avremo solo voglia di lanciare dalla finestra la cena, la loro voglia e non solo.
Vi prego ditemelo che vorreste urlare come pazze. Lo fate?
Io sì, sono tra quelle che urla, mi sento meglio ma poi il senso di colpa mi uccide.
Gaia Miletic ci aiuta a capire come non essere sopraffatte né dalla rabbia né dal senso di colpa.
Per superare questa fase (quella del senso di colpa) ho fatto qualche domanda alla Dottoressa Gaia Miletic, psicologa e psicoterapeuta dello Spazio di Ascolto per la Famiglia dell’Associazione Millemamme e organizzatrice con la Dottoressa Anna Romanelli e la Dottoressa Elisa Cittadini di numerosi incontri dal titolo La Rabbia delle Madri (in partenza il 15 ottobre in diverse zone di Roma – per info e prenotazioni psicologia@millemamme.org)
Sono mamma da due anni ma dal minuto zero ho capito immediatamente che non sempre tutto è rose e fiori. Mi capito a volte di passare da un momento di amore infinito ad uno di rabbia devastante che poi si trasforma in senso di colpa. E’ tutto normale?
Questa ambivalenza nelle nostre emozioni ci spiazza, perché immaginiamo che ci sia o amore totale o rabbia. È molto difficile per una madre poter accogliere dentro di sé queste due parti, comprenderle e trovare una strada per esprimerle senza sentirsi logorata, ma fa parte del percorso che ogni madre percorre accompagnando la crescita dei propri figli. Far incontrare queste due emozioni, parlarne accogliendole ci permette di scegliere cosa farne e ci rende attive, abbassando il nostro livello di frustrazione.
Lo ammetto di questa ambivalenza amore – odio mi vergogno moltissimo e spesso mi odio per non essere una mamma perfetta. Idealizzo le altre mamme e le altre famiglie e quando mi rendo conto che nessuno è perfetto mi sento sollevata. Sono pazza?
C’è sempre un momento nella vita di una madre nel quale mettiamo in discussione le nostre scelte, le nostre capacità, il nostro “essere una brava madre”. Il confronto con le altre mamme allora è necessario, utile e di sostegno nella misura in cui mi rendo conto che non c’è una gara, non c’è qualcuna che è nel giusto e qualcuna che sbaglia piuttosto ci si può riconosce umane, simili e vicine in questo percorso. Per questo motivo abbiamo scelto di proporre alcuni incontri sul tema, perché quando le mamme si incontrano nei nostri seminari si sentono meno sole, comprese e in grado di affrontare le tempeste interne ed esterne a se stesse. Partiamo dall’accettare l’emozione che proviamo per poi lavorare su come la esprimiamo.
In linea di massima sono molto calma ma quando Greta decide che non vuole mangiare vado fuori di testa. Da mamma del sud è il mio punto debole e non riesco ad uscire da questo meccanismo. Come potrei gestire questo sentimento?
Ogni madre ha il suo punto debole, la miccia che fa accendere la rabbia e ci fa esplodere. Talvolta è qualcosa che fa contatto con il nostro passato. Quasi come se la maternità ponesse luce sui nostri angoli più bui e nascosti e spesso dimenticati. Riaffiorano ricordi, frasi ripetute, emozioni bloccate nel passato che diventano tutte ad un tratto presenti in un gioco di specchi e di incontri con i nostri figli. Per questo esploreremo ciò che ci fa accendere, provando a comprenderne meglio gli elementi che possiamo cambiare.
Si dice che dopo il parto la rabbia sia fisiologica, è davvero così?
Sì, dopo la nascita i livelli più alti di progesterone ed estrogeni possono provocare delle modificazioni dell’umore (baby blues) passeggere: ansia, tristezza, labilità emotiva e rabbia
Esistono delle strategie per gestire e controllare la rabbia?
Sì, esistono e durante il seminario La rabbia delle madri ne esploriamo alcune, perché non c’è una soluzione valida per tutte ma possiamo portare la consapevolezza su ciò che ci succede e trovare delle modalità per gestire le emozioni senza sentircene sopraffatte.
Personalmente credo che la rabbia delle mamme sia anche la loro forza, pensate a tutte quelle volte che avete ingoiato la vostra rabbia e siete riuscite a mantenere la calma, a sorridere nonostante tutto, a non appendere al muro vostro figlio.
Perché siamo molto più zen di quanto pensiamo (o è rassegnazione?!).
E, nella nostra imperfezione, siamo perfette!
Siamo tutte così, non credo più a chi mi dice che dopo una giornata di capricci non è esaurita o è contenta perché la propria iena si sta creando un’identità!