Eco di Fata, più che una libreria per bambini un piccolo anfiteatro delle meraviglie nel cuore dello storico quartiere della Garbatella a Roma
Eco Di Fata
Via Michelangelo Tamburini 10/12
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È la legge del contrappasso: la vita, si sa, c’ha il senso dell’ironia e quindi a un sacco di patate come me ha appioppato una figlia ipercinetica come Diana. Quando vede una scalinata o una salita deve fare avanti e indietro ottocento volte (non sarò mai più così magra in vita mia!). Io, all’età sua, parlavo e facevo giochi dove la principale abilità richiesta era la concentrazione perché almeno non dovevo muovermi: d’altronde con i miei filmini super8 si potrebbe tranquillamente montare un documentario sull’obesità infantile in Italia negli anni ’70.
Tra i virus e batteri che atterrano ciclicamente tutti i membri della nostra famiglia da quando Diana va al nido, ce n’è stato uno che è riuscito nella titanica impresa di costringere papà a letto. A dispetto della maggior parte degli uomini che fanno testamento con 37.2, il nostro papà è un vero duro dal bicipite d’acciaio (e questo non fa altro che mettere ancor più in risalto il mio essere sacco di patate) perciò anche squartato, dopo interventi chirurgici, non fa un fiato. Un weekend di gennaio eravamo pronti per andare in missione fuori porta. Papà non demorde neanche con 38 di febbre e tiene duro fino a 15 minuti prima di uscire quando, all’improvviso, frana sul letto chiedendo un milione di volte scusa, come l’eroe di un peplum (quei terribili film anni 50/60 con Ercole e altri bestioni mitologici) sconfitto.
A quel punto potevo non approfittare del fatto che invece Diana ed io per una volta stessimo bene? A pomeriggio inoltrato, mi è venuto in mente che avevo in sospeso una visita in una libreria a 15 minuti da casa. In programma “Piccolo blu e piccolo giallo”, spettacolo della Compagnia Teatrale Karibù per bimbi qualche mese più grandi di Diana. Proviamo, mi dico, al limite daremo un’occhiata a libri e giochi.
E invece le gentilissime libraie di Eco di Fata mi hanno invitata a far sedere fra il pubblico ad assistere la mia piccola terremoto. Sapevo che Diana era abituata a seguire storie e racconti, ma devo dire che ha stupito anche me vederla così incuriosita, divertita e attenta. Alla fine dello spettacolo, come al solito, siamo state le ultime ad uscire e stavolta non solo perché mamma si mette a curiosare ovunque per raccontare (e a chiacchierare pure con le maniglie delle porte), ma perché Diana ha trovato pane per i suoi denti grazie alla struttura geniale della libreria! Si è sgranchita le gambe esplorando, camminando, salendo e scendendo le due gradinate che fino a poco prima avevano assolto alla funzione di sedili per i piccoli spettatori.
Ovviamente un posto così ben congeniato non è di certo frutto del caso: il progetto architettonico – definito sul sito della libreria “invidiabile”, e a ragion veduta – è di due giovani architetti Alice Monsef e Mario Cutuli e la realizzazione esclusiva di Roberta ed Andrea Proietti di Spazio Scenico che con la loro arte e maestria proseguono la tradizione artigianale italiana e che, neanche a dirlo, hanno al loro attivo un numero impressionante di lavori per il teatro.
La libreria è spaziosa e i primi scaffali che si vedono entrando sono proprio quelli dei libri, scelti fra le più interessanti case editrici per ragazzi e suddivisi per età e argomenti. La zona libri è separata dall’area gioco/laboratorio/performance da uno scaffale più basso – ma definirlo scaffale è assolutamente riduttivo – pieno di giochi, piccole sorprese (anche di quelle perfette come ricordo di una festa), collane, da allattamento e non, e una serie di vere chicche che non avevo mai visto prima (alcuni divertentissimi kit di gioco creativo, per bambini più grandi).
Quindi si apre il grande spazio dedicato alle attività, la cui parete principale è letteralmente “foderata” di giochi suddivisi per età e, in fondo alla sala, un mobile con libri, giocattoli e accessori per la cameretta per la sola prima infanzia (i libri sono intelligentemente ad altezza nanetto per incoraggiare la consultazione. Consultazione e non masticazione e distruzione, ok?!), una grande lavagna sulla quale esprimersi liberamente e uno spazio con fasciatoio dove cambiare i più piccoli.
La cosa che ha fatto impazzire letteralmente Diana è, come vi dicevo, la piccola gradinata che corre lungo tutto il perimetro di questa sala grande, una sorta di mini anfiteatro con due livelli a misura di piccolissimi: sali, scendi, in piedi, in ginocchio, corri e salta. Funziona perfettamente per delimitare lo spazio dei laboratori, funziona a meraviglia come seduta durante gli spettacoli, funziona tragicamente bene per massacrare le mamme che corrono appresso alle piccole trottole (ma a un certo punto di sdrai sugli scalini tipo Paolina Borghese e con un braccio tieni fermo il nano per la caviglia… Lo so, sono una pessima madre).
Da Eco Di Fata ogni settimana per i piccolissimi ci sono laboratori, letture, corsi di musica e, nel fine settimana, eventi speciali (seguite la loro pagina Facebook o iscrivetevi alla newletter, anche perché hanno e fanno talmente tanto che vi consiglio di andare a eplorare i loro spazi reali e virtuali, sicuramente ho dimenticato qualcosa). Noi abbiamo seguito qui un bellissimo laboratorio sensoriale (ma è riduttivo) promosso da Felicit-Azioni, Associazione Culturale di Ricerca Pedagogica sulla Felicità… e abbiamo imparato a fare la pasta di bicarbonato! Inoltre qui potete trovare incontri e progetti anche per i genitori (ad esempio uno spazio di ascolto e un corso di musica per gestanti) e potete festeggiare, in modo assolutamente originale, il compleanno dei vostri piccoli.
Oppure tutti insieme, sotto le mentite spoglie di un evento promosso da Roma03, organizziamo quella che passerà alla storia come la “congiura dei genitori”: li facciamo correre e gattonare tutto il pomeriggio a botte di ACDC, Guns’n’roses, ma pure Pantera, tiè – divertimento per loro, revival per noi – su e giù per le gradinate.
La sera, poi, tutti a festeggiare mentre i piccoletti, stremati, finalmente dormono!