Cancro in gravidanza e allattamento: un libro e un progetto

3 Mag, 2022
silvialombardo

Un fenomeno fortunatamente raro ma, purtroppo, in lieve crescita. E in cui la donna ha il diritto di sentirsi comunque una futura mamma e non solo una paziente oncologica. Ne parliamo con “Io splendo”, un libro incredibile, e la Dottoressa Miletta responsabile di un progetto che ha come protagoniste proprio le future mamme anche pazienti oncologiche.

Io, l’ho detto spesso, sono un po’ ipocondriaca, anche se confrontandomi con altri ipocondriaci ho scoperto di essere un soggetto atipico: non sto sempre a pensare alla malattia, a tormentare medici, a fare controlli.

Piuttosto, sono stupita da ogni giorno in cui mi sveglio con tutti i pezzi interi e attaccati perché, davvero, anche la salute non ci è dovuta, ma è un miracolo ogni giorno in più che ci viene regalato. Così, la mia stupida ipocondria, è in realtà una forma di stupore, gratitudine e attaccamento alla vita.

IO SPLENDO, la Storia di Patricia

Tre cose che si trovano in una misura incredibile e potente nel libro IO SPLENDO scritto da Malena Patricia Aguirre con il giornalista Simone Toscano. Mi fa un po’ sorridere scriverne così: in realtà tutti e tre eravamo a scuola insieme, io solo un paio di anni più grande, ma insieme al corso di teatro e in vari folli progetti in cui ci imbarcammo al liceo. Ragazzi entusiasti, non c’è dubbio.

Ma Malena, quanto a forza e entusiasmo, ci ha lasciati tutti indietro di milioni di chilometri. “Io splendo”, infatti, è il titolo della sua autobiografia: “Ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece!”, parole di Pier Paolo Pasolini.

Malena e la sua lotta contro il cancro (e contro alcuni medici poco sensibili…)

Malena nel 2007 resta incinta di una bimba, una gravidanza inaspettata e senza papà al suo fianco. Ha 26 anni, è una maga dei presentimenti: contro ogni probabilità e un test negativo, sa di essere incinta. Contro la sua giovane età, sa che quel respiro corto e la febbre non possono essere solo dei disturbi della gravidanza. In ospedale le trovano un polmone pieno di liquido, lo drenano, non c’è nessun segno di infezione batterica: “Può essere una cosa sola, allora…” le dice un altro paziente ricoverato nel reparto.
Incinta di sei mesi, acconsente ad essere operata solo dopo essersi assicurata che non ci siano rischi per la bambina.

Dopo l’operazione un medico completamente privo di tatto dice a sua madre, “Ah, sì signora: è un tumore ed è maligno. Non c’è niente da fare” e se ne va. Giorni dopo, incontrato casualmente in ascensore, la madre di Malena gli dice “Ma Malena è anche incinta…” e la risposta che riceve è “Speriamo che regga un altro mese, così la faremo partorire, perché per lei ormai non c’è nulla da fare”

Il resto della storia, scritta in modo forte, asciutto, senza giri di parole o momenti melensi e, per questo, struggente come la realtà, si legge tutto d’un fiato, dandoci la sensazione che possiamo sempre scegliere almeno qualcosa, basta avere – non banale – la forza di Malena.

Cancro in gravidanza: ce ne parla la Dottoressa Maria Teresa Miletta

Di Cancro in gravidanza non si parla, un fenomeno molto raro fortunatamente che si attesta attorno a 1 o 2 casi ogni 1000 pazienti, ma purtroppo in crescita così come cresce l’età in cui si fanno i figli.

Volendone sapere di più sono entrata in contatto con la dottoressa Maria Teresa Miletta, psicologa e psicoterapeuta coordinatrice per il Melograno Roma del progetto Erasmus Plus PosMat pregnancyandcancer.eu/, un progetto che mira a rivedere e a ripensare l’esperienza di gravidanza per le donne con una diagnosi di tumore associato alla gravidanza.

E lascio a lei la parola:

MARIA TERESA MILETTA
Psicologa e Psicoterapeuta
Pagina Facebook
https://psicologamiletta.com/

“Sempre più donne decidono di avere il loro primo figlio intorno ai 40 anni e questo purtroppo è anche l’età in cui si diventa anche più a rischio di un’insorgenza di un tumore. La gravidanza non incide sulla prognosi e, a differenza di quanto si pensi, l’aborto terapeutico non influisce sulla possibilità di guarire.

Ormai l’obiettivo non è più salvare la madre ma operare in una maniera tale da preservare un’esperienza positiva di gravidanza e maternità in queste donne.

tumore cancro in gravidanza e allattamento

Nel rispetto delle singole storie, tutte diverse fra loro ovviamente, si può ormai dire che i progressi nei trattamenti rendono possibile portare a termine la gravidanza mentre si cura il tumore:

  • la chemioterapia è ormai fattibile in gravidanza
  • ci sono possibilità di allattare se la chemio si conclude in gravidanza
  • il parto naturale è altamente possibile (ovviamente, sempre valutando il singolo caso)

Le stesse donne chiedono di essere prese in carico come un binomio. L’essere madre, pensare alla gravidanza e alla maternità, preservare la nascita del bambino, sembra per loro altrettanto importante che superare il cancro.

Naturalmente una diagnosi di questo tipo in gravidanza è come un fulmine a ciel sereno. Significa per le donne vivere in una situazione paradossale in cui vita e possibilità di morte crescono dentro alla stessa velocità.

In un contesto di questo tipo, la donna ha bisogno di trovare un suo equilibrio tra le problematiche della gravidanza, il desiderio di una nascita fisiologica e il rigore che impone una patologia oncologica.

tumore cancro in gravidanza e allattamento

Crediamo nell’importanza del bisogno della donna di vivere, come tutte le altre donne, anche la “normalità della gravidanza” e il suo progetto di madre.

Crediamo che sia possibile conciliare un percorso per la cura del cancro con un percorso di maternità, un ciclo di chemioterapia con un corso di accompagnamento alla nascita, un appuntamento per effettuare un esame radiologico di controllo e la partecipazione a un incontro sull’allattamento o a un’ecografia che ci ricorda che oltre ad essere pazienti oncologiche siamo anche future madri.

L’ospedale universitario di Leuven in Belgio ci dimostra che queste cure in parallelo siano possibili. A Leuven, l’80 per cento delle pazienti partorisce con parto naturale.

Chi riesce a sconfiggere il tumore, avrà così la possibilità di nutrire un legame di attaccamento sano al bambino che nasce. Spesso succede il contrario: per paura di non farcela si mette in pausa la proprio gravidanza e non ci si pensa.

Non tutte le donne riescono a vincere il tumore purtroppo, questo non vuol dire che non debbano essere accompagnate in modo positivo nel loro diventare madri.

Non tutte riescono a diventare madri; questo non vuol dire che devono ritornare ad essere solo ‘pazienti oncologiche’ senza rispetto e spazio per il loro lutto e la loro perdita.

tumore cancro in gravidanza e allattamento

Per leggere di molte testimonianze al positivo, si può visitare il sito e la pagina fb del nostro partner Mummy’ star, unica charity in Europa ad occuparsi del tema.

Il progetto prevede un’indagine conoscitiva con un questionario rivolto alle donne che hanno vissuto tale esperienza tra il 2017 ed il 2019, al fine di conoscere le loro esperienze.

I loro feedback, bisogni e le loro i loro opinioni saranno tenute in giusta considerazione nell’elaborazione successiva di linee guida per gli operatori della maternità.

QUI POTETE TROVARE IL QUESTIONARIO DA DIFFONDERE FRA LE DONNE CHE HANNO AVUTO QUESTO TIPO DI ESPERIENZA Fra il 2017 e il 2019. Aiutatcei a diffonderlo –> https://www.surveymonkey.com/r/tumoreingravidanza