Prima visita cardiologica per bambini: quando farla e con chi

3 Mag, 2022
silvialombardo

Spesso ci troviamo a domandare a noi stesse e spesso anche alle altre mamme quando fare la prima visita cardiologica? quando lo porto dal dentista? e l’oculista invece? Nasce su Roma03 la rubrica “le mie prime volte” con l’intento di dipanare questi dubbi con la collaborazione di professionisti di settore che risponderanno alle nostre domande da mamme.

Quando sei genitore da poco tempo i dubbi ti assalgono, diciamo la verità, si vive in un costante stato di paranoia capitanato dall’evergreen “oddio non mangia abbastanza”, “oddio non sta crescendo 250 grammi a settimana”.

Abbiamo quindi pensato che fosse molto utile dar vita alla rubrica “Le Mie Prime Volte”, in cui grazie ai professionisti di settore (santi perché sopportano noi mamme, papà e i nostri carichi di ansie) cercheremo di trovare la luce infondo a questo buio tunnel.

Il primo appuntamento è con il cardiologo, per capire se e quando far fare la prima visita cardiologica pediatrica ai nostri bimbi, abbiamo fatto qualche domanda al Dottor Gianfranco Butera Cardiologo Pediatrico del Policlinico San Donato, Lead Interventional Congenital Cardiology e Consultant Pediatric Cardiologist e Senior Lecturer King’s College al St Thomas’s Hospital – Evelina Children’s Hospital, London – United Kingdom.

Dottor Butera a che età è consigliabile effettuare la prima visita cardiologica?

Direi che non c’è un’età specifica a cui fare una visita cardiologica pediatrica.

In linea di principio la visita cardiologica segue un sospetto clinico che riguarda la comparsa di sintomi o segni. Ad esempio la comparsa di uno svenimento, di palpitazioni oppure il riscontro di un rumore specifico (soffio) all’auscultazione del cuore conducono a richiedere un approfondimento cardiologico.

Inoltre i bambini che fanno attività sportiva spesso sono valutati dal cardiologo ed effettuano un elettrocardiogramma.

Alcuni pediatri prescrivono la visita con ECG entro il primo mese di vita del bambino e altri no, come mai secondo lei?

Questa disparità di comportamento deriva dai risultati di alcuni studi che supportavano l’utilità di uno screening con visita ed ECG dopo il primo mese di vita allo scopo di individuare precocemente alcune anomalie. Non tutti i pediatri sono in accordo (o sono sensibili ed a conoscenza). A mio avviso può essere indicato soprattutto se il pediatra dovesse ravvisare una qualche anomalia, come ad esempio un soffio.

In cosa consiste la visita cardiologica? Si fa anche una ECG?

La visita consiste in tre fasi: richiesta di informazioni sulla storia clinica familiare e personale, valutazione fisica del paziente (auscultazione ed esame fisico) e, spesso, nell’elettrocardiogramma. Quest’ultimo esame valuta l’attività elettrica del cuore che è anche collegata alla funzione del cuore stesso.

Se alla nascita è stato riscontrato un leggero soffio al cuore, ogni quanto bisogna far controllare il bambino?

Il soffio è un rumore apprezzabile all’auscultazione. Può essere anche un fenomeno fisiologico legato soltanto alle piccole turbolenze che si creano quando il sangue circola nel cuore. Queste piccole turbolenze sono più facilmente auscultabili nel cuore del bambino poiché la frequenza cardiaca è spesso fisiologicamente più elevata e la parete toracica più sottile. Talvolta il soffio è dovuto a difetti del cuore (buchi, valvole strette o poco funzionanti, altro).

In presenza di soffio il pediatra spesso richiede un approfondimento con visita cardiologica, ECG ed Ecocardiogramma.

Se il risultato di tali esami è normale allora non sono necessari controlli ripetuti nel tempo. Se il risultato evidenzia un’anomalia allora la frequenza dei controlli dipenderà dal tipo di problema.

Per chi pratica attività sportiva, da che età è consigliabile effettuare un test da sforzo?

Direi che sicuramente sarebbe auspicabile da quando si inizia l’attività agonistica e quindi dai 12 anni circa.

La visita può essere effettuata anche da un cardiologo non pediatrico?

La visita potrebbe essere effettuata anche da un cardiologo generico che però abbia approfondito e praticato almeno i fondamenti della cardiologia pediatrica. Ma ovviamente avere una valutazione cardiologica pediatrica specialistica sarebbe l’ideale.